Percorso verde

Visita guidata
Luogo di interesse Fotografia

In tutto il territorio marscianese sono evidenti i segni del passato. In ogni paese se ne trova qualche traccia. Uno degli ambienti ancora integro è la “Valle del Fersenone”. L’acqua del torrente è una delle più pure che scorrono in Umbria. Risalendo il tortuoso corso d’acqua ci si addentra in una stretta valle fra due alti costoni verdeggianti. Percorrendo la “Settevalli”, prima di arrivare a Spina, basta seguire l’indicazione per Sant’Apollinare per ritrovarsi nell’antico castello dell’XI secolo; Ugone d’Alberigo lo donò all’Abbazia di Farfa nel 1030 e nel 1312 fu in parte distrutto, ma quello che resta merita senza dubbio una visita. Riprendendo la Settevalli si scende verso Mercatello. Prima del ponte sul Nestore, sulla destra, troviamo lo splendido Mulino dell’Osteria che, nonostante l’incuria dei proprietari, ancora sta in piedi. Dentro Mercatello c’è il portico dei Vibi, un antico albergo del XVI secolo appartenuto in passato alla famiglia dei Vibi. Passato il paese, dopo un breve tratto in salita, la strada comincia a salire. Una volta sul crinale lo sguardo può perdersi nel paesaggio circostante. Sulla destra si scorge il castello di Montelagello che, dopo aver perso anche l’ultimo degli abitanti, è tornato in vita grazie ad una società che lo ha trasformato in residence. Lungo il crinale si incontra anche l’antica fornace di Compignano e il laghetto di Valverde.

Giunti alla provinciale Marsciano-Migliano si può prendere a destra e, proseguendo per il bivio di Poggio Aquilone, incontrare il Fersenone. Ancora oggi i borgoni e le piccole anse sono meta estiva dei bagnanti. Se al bivio si gira a sinistra si arriva a Migliano dove ci sono i resti, in parte recuperati, del castello che fu del condottiero Antonio da Migliano. Il castello era l’ultimo baluardo del territorio perugino e il Fersenone ne segnava i confini geografici. Scendendo il costone dietro il castello ci si immerge in un paesaggio senza tempo. Un piccolo sentiero che corre a metà costone, permette di inoltrarsi nella verde vallata.

Il sentiero si snoda attraverso “Ripafalcaia”, la “Buca del diavolo”, una grotta naturale a strapiombo sul torrente, e “Rota prona”. Risalendo il bosco si arriva a “Piommalto” e ancora più su a “Pianta rosa”. I nomi che si tramandano di generazione in generazione hanno un fascino tutto particolare.

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