Parco del Monte Peglia e Selva di Meana

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Il Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale (S.T.I.N.A.) del monte Peglia-Selva di Meana, è costituito da tre diverse ed importanti Aree Naturali Protette: - “Selva di Meana-Allerona” - “Melonta-Bosco dell’Elmo” - “Area vulcanologica di San Venanzo” territori dove vivere la natura a tutto tondo tra cerrete, pinete e una flora ricchissima.

Il parco, istituito nel 2000, è una zona di tipo alto-collinare e montano, estesa su una superficie di 47.159 ha di cui 4.535 di area protetta, ricadente nei Comuni di Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Parrano, San Venanzo, Todi. Le aree si trovano in Umbria in posizione centro-occidentale e il patrimonio naturalistico ed ambientale è tra i più vasti ed articolati della regione e dell’intera Italia centrale, spaziando da valori di particolare interesse naturalistico, faunistico e paesaggistico ai suoi importanti giacimenti paleontologici, geologici, preistorici, archeologici e storici. L’area che si estende dal lago alle colline del Trasimeno fino all’altopiano dei tufi, tra Orvieto e Bolsena, è ricca di itinerari turistico culturali e ambientali che consentono a tutti di approfondire, a piedi, in bicicletta o con altri mezzi, la conoscenza del vasto comprensorio. E’ un’area al di fuori dei flussi turistici più battuti e proprio per questo offre una dimensione di autenticità ormai difficile da trovare altrove. Ciascuno dei comuni che fanno parte della “Comunità Montana dell’Orvietano Narnese Amerino Tuderte” è riuscito a conservare un’identità ben definita e si sta impegnando per valorizzare le risorse del proprio territorio in un progetto di Ecomuseo del paesaggio.

Lo S.T.I.N.A. si distingue come sistema territoriale, comprensivo di aree naturali protette, aree di particolare interesse naturalistico, faunistico e paesaggistico, raccordato con la pianificazione a livello locale, provinciale e regionale, pertanto non vuole configurarsi solo come parco di interesse naturalistico, né come mero strumento urbanistico, ma intende fungere da quadro di riferimento per mettere in rete e valorizzare le risorse naturalistiche e culturali diffusamente presenti, secondo principi ispirati alla sostenibilità dei processi di sviluppo. Costituisce quindi anche un primo passo verso la formazione di una “marca territoriale” capace di identificare e promuovere tutte le attività produttive e di servizio locali, facendo dello sviluppo sostenibile non più solo uno slogan, ma un processo reale ed efficace di crescita economica e sociale del territorio.

L’ambiente montano del Gruppo Peglia è caratterizzato da cerrete, ma anche da estese pinete; ricchissima è la flora calcolabile in oltre un migliaio di specie. I boscosi versanti del monte Peglia (837 mt) e del monte Piatto (769 mt), tra Orvieto, San Venanzo e Todi, con la loro vasta rete di sentieri segnalati, sono l’ideale per tutti i turisti che intendono praticare il trekking naturalistico trasformando una passeggiata nella natura in una vera e propria esperienza didattica a cielo aperto. Gli itinerari escursionistici, sono facili e alla portata di tutti, collegano antichi borghi e tipici casolari umbri. Inoltre alcuni “sentieri natura” e “sentieri tematici”, fra i quali l’affascinante Campo delle Farfalle, attraversano l’area consentendo di osservare animali selvatici in libertà, uccelli rari e una grande varietà di fiori e lepidotteri. Interessante in prossimità della cima del monte Peglia, il Parco attrezzato di Settefrati, con il Centro di Documentazione Flora e Fauna del Monte Peglia che dispone di ampi locali con accesso per disabili, sale mostra tematiche sul ciclo dell’acqua (comprensivo di acquario con ittiofauna locale), sulla geologia e flora locali, sale per proiezione e laboratorio.

L’area naturale protetta Selva di Meana-Allerona è estesa su ha 3.255, in Comune di Allerona, a confine con la Riserva Naturale di Monte Rufeno in Comune di Acquapendente (Regione Lazio), dominata dalla presenza di foreste, a prevalenza di latifoglie, lasciate in parte ad evoluzione naturale, in parte avviate ad alto fusto ed in parte minore destinate alla utilizzazione a ceduo. Tra le emergenze floristiche e vegetazionali segnaliamo la santolina etrusca, il narciso, le numerose orchidee (quasi 40 specie) ed i boschi a prevalenza di rovere e carpino bianco, mentre tra quelle faunistiche la testuggine palustre ed il gatto selvatico. All’interno dell’area protetta sorge Villa Cahen, una prestigiosa residenza dei primi del ’900, che domina paesaggisticamente la valle del fiume Paglia ed è meta di visite per gli originali tematismi che riguardano i giardini circostanti (giardino giapponese, parco inglese, serre tropicali).

L’area naturale protetta Melonta-Bosco dell’Elmo è estesa su ha 1.268  nei Comuni di San Venanzo, Orvieto, Parrano, Ficulle e comprende l’area del monte Melonta, del fosso del’Elmo e di Montarsone. Il territorio è caratterizzato da un habitat pressoché integro ricco di alberi secolari e fiumi e torrenti dalle acque limpide e freschissime. Tra le emergenze floristiche e vegetazionali segnaliamo l’ipocisto, le fustaie di leccio e il corbezzolo, mentre tra quelle faunistiche la martora ed il gatto selvatico, il falco pellegrino, il gufo reale, la salamandra pezzata, il cavedano etrusco ed il gambero di fiume. La specie arborea più rappresentata è la lecceta, il cosiddetto bosco dell’Elmo che annovera alberi secolari e che si presenta in vaste formazioni in purezza. L’area è adatta ad essere percorsa a cavallo e in mountain bike. Il percorso segnato e tabellato più importante è il cosiddetto “Anello dell’Elmo” che partendo da Morrano in provincia di Orvieto giunge fino alla vetta del Melonta in prossimità del monte Peglia.

L’area naturale protetta di San Venanzo è estesa su ha 126, a ridosso del centro abitato e a Pian di Celle, ed è caratterizzata dalla presenza assolutamente originale di una zona vulcanica con minerali e rocce unici al mondo. Tale area é caratterizzata dalla presenza di strutture e formazioni rocciose di origine vulcanica di rilevantissimo interesse scientifico, note ormai a livello internazionale per la loro peculiarità. Si tratta di un insieme di piccoli apparati vulcanici, originatisi circa 250.000 anni fa, che nel corso della loro brevissima attività eruttiva emisero prodotti di particolare interesse petrografico. Tra questi la “Venanzite”, una roccia basaltica durissima unica al mondo, che presenta caratteristiche chimiche assolutamente originali e rilevabile esclusivamente nel territorio di San Venanzo. Con lo scopo di valorizzare questo insolito ed unico paesaggio geologico, sono stati recentemente istituiti dalle locali Amministrazioni competenti, un Museo Vulcanologico, allestito in un edificio del centro di San Venanzo, ed un Percorso Didattico che si snoda tra le più interessanti strutture vulcaniche e formazioni rocciose del territorio immediatamente prossimo al nucleo abitato. 

 Lungo tale percorso sono anche osservabili lembi di boschi di caducifoglie a prevalenza di Roverella e Cerro, folti arbusteti e piccole aree prative che, in associazione con i complessi rocciosi che costituiscono ciò che rimane degli antichi apparati vulcanici, creano una realtà paesaggistica di grande fascino e suggestione. Il territorio di San Venanzo è stato abitato già in tempi remotissimi come documentato da una breccia ossifera villafranchiana rinvenuta in una cavità del Mesozoico sul Monte Peglia. La breccia ossifera viene ritenuta la traccia più antica della presenza dell’uomo in Italia; è custodita nel Museo Vulcanologico di San Venanzo.

INFORMAZIONI UTILI

Superficie aree naturali protette:

4.535,00 ha

Regioni:

Umbria

Province:

  • Perugia
  • Terni

Comuni:

  • Allerona
  • Castel Viscardo, Fabro
  • Ficulle
  • Montegabbione
  • Monteleone d’Orvieto
  • Orvieto
  • Parrano, San Venanzo
  • Todi

Tipologia:

sistema di tipo alto-collinare e montana con estese zone boschive

Sede:

Via Principe Umberto, 17 05010 San Venanzo (TR) Tel: 075/879091

Orario:

Feriali: 9:00/13:00

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