Marsciano

itinerario trekking urbano storico artistico

Visita guidata
Luogo di interesse Fotografia

Il trekking urbano è uno stile di vita salutare ed un modo nuovo di fare turismo, meno strutturato e lontano dai circuiti famosi, è una forma di turismo lento e sostenibile che decongestiona i centri urbani.

Un turismo, più libero e ricco di sorprese che privilegia i panorami, i monumenti meno conosciuti, i luoghi dove avviene la vita quotidiana dei cittadini. Il turista che cammina ha un rapporto attivo e partecipe con il luogo visitato ed instaura con esso un rapporto emotivo appassionante. Marsciano per la sua conformazione territoriale si presta facilmente a questo tipo di attività e le informazioni con il percorso libero proposto ne semplificano la visita.

Itinerario storico artistico di Marsciano su Googlemaps

Essere un importante crocevia di transito fra Perugia, Todi, ed Orvieto ha caratterizzato, fin dall’epoca etrusca, la storia di Marsciano assegnandole una posizione di primo piano.

Il percorso si muove da piazza San Giovanni  nel centro storico, che mantiene tuttora parte del suo assetto urbano medievale, dove si erge la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (1), patrono della città, probabilmente risalente al ’300. La chiesa, la cui facciata è neoromanica, fu costruita nei primi anni del novecento nell’area precedentemente occupata da una fabbrica. L’interno, che ripropone lo stile gotico, è costituito da tre navate: sulle due navate laterali si possono ammirare tre altari in terracotta, opera dell’architetto Nazareno Biscarini. In cima alla navata destra vi è un altro altare, opera dello scultore marscianese Antonio Ranocchia, che lo costruì con la tecnica delle terrecotte nel 1948. All’interno della chiesa sono conservati altresì un dipinto della scuola del Perugino; un settecentesco ciborio di legno e un crocifisso quattrocentesco di pregevole fattura. 

Accanto alla chiesa si alza verso l’alto il campanile ottocentesco nella cui nicchia esteriore è conservata la statua di San Giovanni Battista, scolpita dagli scultori marscianesi Teodoro Coletti e Mariano Laura. Di fronte alla chiesa troviamo palazzo Pietromarchi (2). Costruito nel ‘300 dai signori feudatari di Marsciano, la famiglia Bulgarelli, il palazzo, dalla struttura architettonica piuttosto massiccia, ospita l’insolito Museo Regionale del Laterizio e delle Terrecotte, luogo dell’archeologia industriale del laterizio, istituito per scoprire la cultura e le tecniche della produzione di laterizi, di cui la città vanta una secolare tradizione e rappresenta il principale centro di produzione umbro, è un percorso museale diffuso sul territorio (Palazzo Pietromarchi, ex fabbrica delle piastrelle Briziarelli, antenna di Compignano, antenna di Spina), nonché dell’Archivio storico del comune di Marsciano.

Girovagando poi per le antiche viuzze si può respirare l’atmosfera medievale del vecchio castello, il quale presenta ancora al suo interno numerose testimonianze del passato. Del castello fortificato, che Ottone II infeudò ai Bulgarelli di Monreale nel 975 d.c. e che nel XIII secolo, in piena età dei comuni, si sottomise a Perugia da cui ricevette protezione, si possono ammirare tratti delle mura castellane e le antiche torri: la torre Bolli (3) a sud, conservata in ottimo stato, presenta ancora la merlatura originaria; la torre Boccali (4) a est; la torre ricostruita di Porta Vecchia (5) a nord-est, la più antica e l’unica delle tre porte d’accesso al castello rimasta integra fino ai giorni nostri. Proprio nei pressi di Porta Vecchia, in Piazza dello Statuto, in un vecchio palazzo in muratura di pietra rozzamente squadrata e stuccata a faccia a vista, ha sede la Biblioteca comunale “Luigi Salvatorelli” (6), il grande storico e giornalista che proprio a Marsciano ebbe i suoi natali. La biblioteca, costituita da una sala congressi con propria entrata, da sale consultazione, sale studio, reception, uffici e dotata altresì delle più moderne tecnologie, ospita dal giugno 2000 il Fondo Salvatorelli, composto da circa 3000 opere di grande valore. Appena usciti dal vecchio castello, di fronte alla facciata esterna di palazzo Pietromarchi, sorge, sul sito dove si trovava il castrum, il Palazzo Municipale (7), un’opera costruita nel 1871 e fortemente voluta dall’allora sindaco conte Zeffirino Faina; all’interno del Palazzo, dove il cotto è dominante e dona alla struttura il caratteristico colore rosso del laterizio, si trovano quadri di artisti marscianesi come Meallesi, Marinacci e Ranocchia. E di Alfredo Marinacci è anche la scultura astratta posta dinanzi al Palazzo Municipale, voluta dall’amministrazione comunale nel 1984, per ricordare i fratelli Ceci, fucilati dalle milizie fasciste nel 1944 nei pressi del cimitero di Marsciano, martiri della barbarie nazi-fascista nel periodo più funesto della nostra storia.

Consigliata la visita al Museo delle Conchiglie (8), in via Trento nell’antica dimora del ‘700 di Duccio dei Conti di Marsciano, un’incredibile collezione privata con oltre 3.000 specie esposte provenienti da tutti i mari del mondo (telefonare allo 075 8742302 dott. Enzo Betti) e del famoso Museo del Vino, delle Etichette ed Ex Libris Carloni-Tesei (9) (via del Mattonato n. 13, tel. 075 8742192), che raggruppa circa 8.000 bottiglie e 85.000 etichette da tutto il mondo, tra cui esemplari molto antichi, alcune delle quali disegnate da pittori famosi come Degas, Cezanne, ecc., oltre a circa 1.500 ex libris, di cui 800 a tema enologico e gastronomico e 700 di argomenti vari. Accanto al Palazzo Municipale, appena oltrepassato il monumento ai fratelli Ceci, all’angolo tra via XX settembre e via Umberto I, la parte più elegante e il cuore commerciale della città, pieno di bei negozi con vetrine scintillanti, si può notare uno splendido edificio in stile Liberty, costruito nei primi anni del ‘900, il Palazzo fu dimora in quell’epoca di un’eruditissima signora marscianese, Giuseppina Locatelli Mosconi (10), che proprio qui ospitò la poetessa Ada Negri, sua grande amica. Entrati oramai nel cuore della città, circa nella parte centrale di via Umberto I, l’occhio dell’osservatore è catturato dalle splendide decorazioni esterne di Palazzo Battaglia (11); l’autore di queste decorazioni fu Gerardo Dottori che nel 1925, su commissione di Adone Battaglia proprietario di quest’edificio costruito a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo, affrescò sia l’esterno che l’interno. Nell’edificio dei Battaglia colpisce il grande intervento a graffito della facciata, unico esempio del genere della sua pittura murale e lo studio mirato delle decorazioni, dei motivi per i ferri battuti delle scale e le tematiche specifiche dei vari ambienti dell’interno. Sempre nel centro della città è da rilevare la presenza di un altro edificio in stile Liberty (12) situato in Via Marconi: questo palazzo costruito ai primi del XX secolo e in ottimo stato di conservazione, è di notevole valore architettonico. Via Marconi è perpendicolare all’altra strada centralissima già citata e cioè via XX settembre. In questa via, pullulante di negozi e di attività sulla quale si affacciano i resti delle antiche mura nonché la splendida Torre Bolli con la merlatura ancora intatta, si erge, bellissimo, il neoclassico Teatro della Concordia (13). Della struttura originaria di quest’edificio, che venne costruito alla fine del XIX secolo su disegno dell’architetto Nazzareno Biscarini e che ospitava al suo interno alcune decorazioni del Dottori, non è rimasto che la facciata interamente in cotto; l’interno, che era composto da palchi, è stato ristrutturato di recente e rifatto a cinema con sala e galleria. Scendendo da via XX settembre lungo via Piave e costeggiando le vecchie mura del castello, si giunge, appena fuori dal borgo antico, a Villa Cruciani (14). La Villa, costruita nei primi anni venti, rappresenta un’altra importante testimonianza del passaggio a Marsciano del pittore futurista perugino Gerardo Dottori; infatti Alceste Cruciani, allora podestà di Marsciano e proprietario della villa, da poco costruita, commissionò al Dottori la decorazione murale dell’edificio.

Il complesso decorativo rappresenta il ciclo pittorico murale più completo dell’artista perugino. Oltre alla presenza di palazzi, abitazioni civili e ville di notevole spessore artistico, è doveroso segnalare anche la presenza di edicole e altarini, notevoli le Madonne di Porta Vecchia e di via del Mattonato e l’edicola con l’affresco raffigurante la Madonna col Bambino (15) situata in zona Tripoli, opera del Dottori, disseminati per tutto il capoluogo, nonché di piccole chiese e cappelline che conservano opere di interesse artistico. Tra le piccole chiese ben conservate figura quella di San Francesco (16), fabbricata nel 1218, dalla struttura piuttosto semplice in pietra con un campanile situato sul retro che nella parte superiore non è in pietra, ma in mattoni; accanto alla chiesa sorge l’oratorio di Santa Maria Assunta (17), una confraternita dalle origini antichissime che risalgono fino al sec. XII. In piazza dello Statuto, in pieno centro storico, si può notare un edificio che conserva ancora l’aspetto di una chiesa: è la chiesa della Compagnia della Morte (18) che, edificata nella seconda metà del XVI secolo, è oggi sconsacrata. Tra le cappelline segnaliamo quella della Madonna delle Vigne (19), di recente restaurata, che custodisce affreschi sulle pareti laterali e su quella di fronte dove è raffigurata una Deposizione. La chiesina della Madonna delle Grazie (20), situata nel quartiere Tripoli, racchiude al suo interno diversi affreschi tra cui una Madonna della Misericordia; l’affresco, opera di scuola legata all’ambiente perugino, raffigura la Madonna col manto aperto su di una moltitudine di gente implorante ed è datato 1479. Da Tripoli prendendo la strada statale e oltrepassando il Fossatone, un fosso che nell’età comunale segnava il confine tra il territorio perugino e quello tuderte, entriamo nell’abitato di Ammeto. Il popoloso quartiere era anticamente chiamato Pian della Meta ed era l’ultimo avamposto di confine del territorio tuderte. Nelle campagne circostanti, sulla pianura del Tevere, troviamo l’antica Abbazia di San Sigismondo (21), fondata intorno all’anno mille da San Romualdo dell’ordine dei camaldolesi, è oggi di proprietà dei Cavalieri dell’Ordine di Malta e, una sua parte, è adibita a magazzino agricolo. Nell’abbazia dimorò per lunghi anni una delle figure più eminenti della mistica medievale: San Pier Damiani. Contigua all’abbazia c’è una piccola cappella in pietra dell’XI secolo al cui interno sono contenuti alcuni ex voto, una statua lignea di Sant’Antonio e due stemmi delle famiglie Chigi e Barberini, che in passato amministrarono i beni dell’abbazia.

Dalla quiete dell’Abbazia di San Sigismondo ci spostiamo verso la località del Cerro, a due passi dal Tevere, lambendo la fiorente zona industriale di Marsciano. Qui immersa nel verde e nella quiete della pianura del Tevere, incontriamo Palazzo Vallerani (22), un palazzo nobiliare della fine del XVI secolo appartenuto in passato alla nobile famiglia dei Patrizi; il palazzo, a tre piani con altana ottocentesca, custodisce all’interno piccoli tesori in testi antichi, stemmi in cotto nonché spade e moschetti di guerra. Intorno alla residenza dei Vallerani si stende un magnifico parco con giardino, una antica piscina e una fontana mentre il viale d’accesso è in tigli e cipressi. Accanto al palazzo abbiamo la Chiesetta di Villa Palazzo (23), una cappella gentilizia prevalentemente in cotto con uno splendido portico seicentesco, fatta costruire dai Nobili Patrizi nel 1606 e che ospita all’interno la “Madonna in trono con Bambino e Santi”, un affresco di scuola perugina del 1615.

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